lunedì 1 febbraio 2010

Elogio della lentezza: il banco ottico


Ecco un banco ottico dei primi del '900. Lo comprò ad un mercatino mio papà, in gioventù, e sin da piccola me lo ricordo appoggiato sul ripiano di una piattaia a casa dei miei genitori, finché, dopo una serie non troppo fortuita di eventi (he he) si è trasferito a casa mia.

Oltre che un oggetto d'epoca con gradevole funzione decorativa, è uno strumento fotografico pieno di fascino, sin dalle origini mezzo privilegiato per la realizzazione di foto di paesaggio o per gli still-life, con risultati molto spettacolari per via del grande formato della pellicola. Il tipico modo di utilizzarlo è montato su un treppiede, coperto da un telo nero per poter cambiare o girare gli chassis senza che la pellicola si bruci. Una foto come questa già mostrata, me la immagino proprio realizzata così, col banco ottico. Perché il banco ottico si presta anche alla realizzazione di ottimi ritratti.








Il banco ottico, strumento tutt'oggi in uso con la medesima forma seppur tecnologicamente più avanzato e talvolta associato a dorsi digitali,  è formato da quattro elementi fondamentali:
  • Banco ottico: rotaia alla quale si fissano i corpi mobili chiamati standarde. Esso a sua volta è collegato per mezzo di un morsetto alla testa di un cavalletto. 
  • Standarda anteriore: qui viene agganciata la piastra porta obiettivo, intercambiabile. Scorre lungo la rotaia, può effettuare spostamenti lineari e rotazioni (decentramenti e bascualggi). I suoi movimenti possono essere controllati grazie a scale micrometriche.
  • Standarda posteriore: contiene il vetro smerigliato, viene utilizzato per le inquadrature e per la messa a fuoco e si sposta per collocare lo chassis portapellicola. 
  • Soffietto: esso collega standarda anteriore e posteriore.
Poi ci sono gli chassis, nei quali vengono fissate le lastre da impressionare. Sono costituiti da un telaio a doppia faccia e due  chiusure scorrevoli, da togliere al momento del posizionamento dello chassis. Le pellicole più comuni e utilizzate  sono 4x5, 5x7 e 8x10 cm.
Il banco ottico utilizza l’otturatore centrale, la cui chiusura può essere disabilitata tramite una levetta in modo da ottenere l’ingresso continuo della luce per tutto il tempo necessario. L’inquadratura avviene per visione diretta attraverso il vetro smerigliato sul quale si forma un’immagine capovolta e invertita. L'aspetto gratificante è che "you shot what you see" cioè che il vetro smerigliato restituisce fedelmente un'immagine corrispondente al negativo,
pregi e difetti.
La messa a fuoco si effettua avvicinando o allontanando fra loro le standarde. Preferibilmente è meglio tenere fissa quella anteriore e muovere l’altra. 
Ogni fotografia richiede un tempo notevole (5-10 min): infatti prima si mette a fuoco l'immagine, poi si inserisce la pellicola piana, poi si scatta, e infine si toglie la pellicola. Tutto questo deve essere ripetuto per ogni fotografia. E' per questa ragione che il banco ottico è più indicato per le foto di paesaggio, architettoniche o di still-life. Eppure, i risultati che si ottengono coi ritratti sono affascinanti, perché l'obiettivo coglie meglio la personalità ritratta,  il soggetto "invecchia" durante la posa, e tra fotografo e soggetto deve necessariamente instaurarsi una relazione, un po' come col pittore in un atelier.

La definizione dei particolari che si ottiene è tale da consentire ingrandimenti notevoli, anche poster giganti, senza perdere minimamente la qualità dell'immagine. Negli anni '30, '40, '50 il fotografo Ansel Adams, utilizzando il banco ottico, ha ripreso i parchi naturali americani producendo alcune delle più belle immagini di paesaggio, mentre Robert Mapplethorpe, sempre col banco ottico, negli anni '70, '80 ha prodotto alcune fra le più belle fotografie del corpo umano e dei fiori. 
_____________________


Questo - che tengo in ufficio -  è  un banco ottico di moderna concezione (è degli anni '60, prodotto dalla FATIF -Milano )




Un fotografo all'opera:

Foto scattata da Paolo Cardone


7 commenti:

  1. Stupendo ed in perfette condizioni!!!!!!!
    Mio marito ottico in pensione con la passione per il mondo della fotografia possiede una vasta collezione di apparecchi fotografici,lastre,ferrotipi e dagherrotipi...ne posterò qualcuno per un piccolo scambio da appassionate...
    A presto Silvia

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  2. Vedere, vedere! Io ho tante altre macchine fotografiche d'epoca (passione di mio padre, nel mio caso), piano piano intendo postarle tutte.

    Ps.: Ah, Roma, che sogno ... non so se hai già aperto il tuo B&B, ma il tuo blog fa venir voglia di venirci!

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    1. spero tu mi legga ora. sono arrivato a questo blog navigando alla ricerca dei banchi ottici storici. io sono un insegnante (giuliano mocchi) dell'istituto cerletti di conegliano (scuola enologica) e con alcuni colleghi stiamo realizzando un piccolo museo nella mia scuola intitolato al prof. luigi manzoni e andremo ad esporre le sue strumentazioni scientifiche tra cui anche apparecchi fotografici. noi abbiamo un apparecchio identico al tuo come in fotografia, però sprovvisto di obiettivo frontale. ne avresti per caso uno in più, assieme ad uno chassis da venderci? oppure sai indirizzarci a qualcuno? grazie

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  3. I lavori di ristrutturazione sono praticamente terminati,si sta lucidando il parquet delle stanze ed il marmo della sala!Poi toccherà all'arredamento ed alle pratiche amministrative,nel frattempo preparo vari itinerari goduriosi ;)

    Posterò anch'io le macchine fotografiche d'epoca ed altri ammennicoli vari e soprattutto quello che amo di più...gli album fotografici dell'ottocento con le foto di famiglia e le cartes de visite così ricche d'atmosfera e storia...

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  4. Ciao, una domanda, sai dirmi di che marca è questo banco ottico?

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  5. Ehm,
    io sarei quello ritratto nella foto in bianoco e nero dal mio amico Paolo Cardone...
    Giovanni

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  6. Ciao, forse un poco in ritardo, ma nel tuo post c'è un errore. I formati sono tutti in pollici e non in cm.

    Saluti.

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