Ecco un altro capolavoro dell'architettura Liberty varesina, questa volta declinato in una tipologia interessantissima, che oggi porta il nome di "archeologia industriale".
Nel 1877 il cavalier Angelo Poretti, tornato da un soggiorno in Cecoslovacchia, dove aveva esercitato l'attività di costruttore di ferrovie, acquistò alcuni edifici già esistenti sull'area dove ora, su una superficie di 25.000 metri quadrati, proprio al confine della Valganna, sorge lo stabilimento della Poretti per la produzione della birra.
Egli, in quel paese aveva conosciuto l'arte di fabbricare la birra, una bevanda che gli italiani importavano esclusivamente dall'estero. Poretti, con l'aiuto di un mastro birraio di Praga nel 1885, dopo aver ristrutturato e ampliato i vecchi locali, produsse la prima birra con il marchio Splugen.
I veri e propri lavori di ristrutturazione, però, iniziarono nel 1901 per terminare nel 1907. La scelta di questa zona non fu casuale in quanto si poté sfruttare una sorgente d'acqua naturale, la Fontana degli Ammalati, essenziale per la produzione della birra. Quella birra prodotta in "casa" era una sfida alle fabbriche di produzione straniera che avevano molta più esperienza e vendevano anche sul mercato italiano.
Angelo Poretti non si scoraggiava facilmente di fronte alle difficoltà: per esempio fece costruire le cantine di fermentazione e deposito in modo da poter essere inglobate in altri locali che venivano riempiti di ghiaccio trasformandosi così in una gigantesca ghiacciaia. Il ghiaccio veniva fornito dal vicino lago di Ganna e da altre località allagate appositamente e poi trasportato da carri trainati da buoi.
Angelo Poretti morì nel 1901. A lui si sostituirono i nipoti, il commendator Angelo Magnani per la parte tecnica, il grand'ufficiale Edoardo Chiesa per quella amministrativa a cui si aggiunse anche la tecnica quando, nel 1924 morì il commendatore. Nel 1902-1903 l'azienda era ormai ben avviata e l'edificio di lavorazione era terminato.
Esso si presentava esteriormente con belle decorazioni di ferro battuto.
La costruzione era stata realizzata dallo studio di architettura Bihl e Wolz di Stoccarda, che verrà nuovamente interpellato nel 1905 per un lavoro di ristrutturazione generale.
Ci furono in seguito altri interventi che dimostravano la vitalità dell'azienda che si espandeva sempre di più. Era necessaria a questo punto, l'opera di specialisti provenienti da paesi stranieri dove la birra veniva già prodotta con grande esperienza ed era divenuta da tempo un'importante attività industriale.
Tra il 1905 e il 1912 si realizzarono vari lavori di ristrutturazione fra cui la costruzione di un'altra parte dell'edificio detto "a pettine" (per via del tipo di tetto) nel 1906; il completamento della seconda galleria di ferro nel 1907 che crollò nell'inverno del 1912, probabilmente non aveva resistito al gelo di quell'anno. Sempre nel 1907 venne innalzata l'attuale sede di lavorazione primaria, cui si affiancò la torre per le scale, non prevista nel progetto.
Furono necessarie anche altre strutture, ad esempio la costruzione di una nuova centrale termica realizzata nel 1908.Nel 1909 si incominciò ad innalzare la torre dell'acqua fino a raggiungere i primi due piani. L'opera verrà completata nel 1920. Subito dopo la prima guerra mondiale, la Poretti conobbe un nuovo sviluppo, si rese quindi necessario un ampliamento delle cantine di fermentazione e di deposito. L'incarico venne affidato ad Alfred e Richard Bihl, i figli del primo progettista. Dal 1929 al 1931 ci furono altre ristrutturazioni realizzate dall'ingegner Carlo Felice Niada di Varese. Dal 1939 la Birreria Poretti divenne proprietà della famiglia dei conti Bassetti, cui già apparteneva la birreria Spluga di Chiavenna.
Quando si costruisce un edificio di produzione industriale è ben difficile conciliare la funzionalità con l'aspetto esteriore. La Birreria Poretti rappresenta un esempio di fusione di due elementi; la si studia, infatti, anche come complesso monumentale artistico che passa sotto il nome di archeologia industriale. L'insieme degli edifici mostra di rifarsi espressamente al gusto Liberty italiano. Si può osservare, in vari punti dell'edificio, l'accostamento di stili differenti che ricalcano l'architettura egiziana, il naturalismo e il classicismo. Proprio per questo motivo, gli elementi decorativi sono vari e numerosi: mascheroni, grottesche, medaglioni con frange e gocce, lesene giganti e conchiglie. Inoltre sono anche presenti elementi simbolici: festoni di fiori di luppolo (da cui si ricava la birra) e i tini di ferro battuto.
Un po' di foto, scattate dall'aereo e da terra: